Il segretario e la capra…la mucca e le previsioni del tempo
Ci sono persone e momenti vissuti che non si possono dimenticare. Tra questi occupa un posto importante il segretario comunale Giovanni Nigro, conosciuto da me in occasione del mio tirocinio presso il Comune di Pallagorio dove lui era il titolare della segreteria. Il segretario era una persona squisita, pieno d'umanità, un bravo e scrupoloso funzionario, anzi eccessivamente scrupoloso. Aveva la battuta facile, una fine ironia. Le ore in ufficio trascorrevano veloci perché erano allietate dal suo buon umore che investiva tutti. Ricordo un'infinità d'aneddoti, tante uscite simpatiche. A distanza d'anni mi è gradito ricordare alcuni episodi e tralasciarne altri non meno importanti ed espressivi. La capra e il segretario, è tra questi e l'episodio, fra l'altro, era stato oggetto di un mio articolo sulla Gazzetta del Sud del 25 giugno 1956. Il Segretario, quando apparve l'articolo che lo ribaltava all'attenzione di tutta la Regione e oltre, l'accettò con ironia e bonariamente mi rimproverava che tutti i conoscenti e i funzionari dei vari uffici della provincia da quel giorno gli chiedevano notizie della capra. La capra… Ormai l'accaduto, singolarissimo, era di pubblico dominio…tutto il paese n'era a conoscenza. C'era stato un pubblico bando e, questo lo aveva voluto il segretario comunale. Qual era il fatto singolare accaduto in paese nel tardo pomeriggio in casa del segretario comunale? Era accaduto che una capra, mentre la famigliola del segretario stava tranquillamente cenando, faceva capolino dalla finestra. -"Papà, papà" disse la piccola e simpatica Vittoria che per prima si era accorta, "papà, papà, c'è una capra alla finestra"… Il segretario a questo punto, con circospezione e prudenza, cercava di avvicinarsi quatto quatto alla finestra con l'intento di allontanare l'indiscreta curiosa…ma la capra, dispettosa, dava una sonora cornata alla finestra mandando in frantumi i vetri. Il segretario, a questo punto, usciva borbottando e, chiedeva al vicinato di chi mai fosse quella capra e non ottenendo spiegazioni pensò di fermare la bestia nell'attesa di conoscere il proprietario e quindi chiamarlo al risarcimento dei danni. Naturalmente non poteva lasciarla fuori perché se se la rubavano avrebbero chiamato lui ai danni …La moglie e qualche amico intervenuto alla discussione, consigliavano il segretario di lasciarla perdere, ma questi sembrava ostinato, voleva andare in fondo. Il proprietario della capra, ormai era mezzanotte e non si presentava e il segretario fu costretto a trattenerla in casa tutta la notte e con tutti rischi possibili fra cui belati notturni, di sporcare con bisogni fisiologici e altre rotture. L'indomani mattina il segretario a mezzo bando rendeva di pubblica ragione il fatto sempre con la speranza di individuarne il proprietario, ma invano…sembrava che la capra fosse venuta dal nulla… La capra aveva bisogno di cibo e quindi il segretario fu costretto a procurarglielo. L'ignoto proprietario lo avrebbe potuto chiamare ai danni…per sequestro e malnutrizione. Passarono altri due giorni e nessuno si fece vivo e il segretario fu costretto a procurarle il cibo e di ospitarla in casa. Il segretario era molto scrupoloso e ligio. Non poteva impossessarsi della capra, non poteva abbandonarla…ormai si sentiva responsabile…in questa situazione d'attesa o meglio di ristagno, alla fine, avrebbe volentieri rinunciato al risarcimento dei danni pur di liberarsi di quell'ingombrante peso. Il proprietario della capra continuava a non farsi vivo… Evidentemente il proprietario era là, tra i curiosi e non si lasciava conoscere… avrebbe dovuto risarcire i danni al segretario e poi sapeva che la sua capra non era abbandonata a se stessa…era in buone mani…chi la dura la vince, avrà detto l'ignoto proprietario. La storia, come sarà finita? Indovinate voi! La mucca Tutti i giorni il segretario, accompagnato dal suo applicato di segreteria, Carminuzzello Balsamo che abitava nello stesso rione, faceva ritorno a casa per la cena. Quella sera, non aveva percorso che un breve tratto di strada dal suo ufficio allorché notava nei pressi di un'abitazione, un affollamento disordinato di persone in atteggiamento concitato e altre se ne aggiungevano anch'esse in agitazione. Man mano che si avvicinavano in quel luogo, si udivano sempre più chiaramente parole di disperazione. Il segretario, rivolto a Carminuzzello, ne chiedeva la ragione di tanta disperazione e il bravo Carminuzzello gli riferiva che si disperavano in quel modo perché una mucca era caduta rompendosi una coscia e pertanto l'indomani doveva essere macellata e venduta a basso macello. Il segretario, che temeva fosse successo chissà quale grave lutto, si consolò e nello stesso tempo si meravigliò di tanta manifestazione di dolore. In fondo si trattava di una mucca, non era certamente una persona…ma come si può arrivare a tanto isterismo per una mucca…cose da pazzi! L'applicato di segreteria però faceva notare al segretario che per quella famiglia di umili contadini non era caduta una mucca, ma la mucca da un dirupo. La mucca era considerata un membro familiare. Aveva anche un nome: "Ilizhy", stellina. Era una risorsa, un aiuto non indifferente nei lavori dei campi e quindi una perdita grande. La moglie del contadino seduta sul gradino di casa continuava a disperarsi, si strappava i capelli e chiamava per nome la sua mucca (Ilizhy, Ilizhy…pysé na ke loony…) Stellina, Stellina perché ci hai abbandonati…intanto le comari cercavano di alleviarle il dolore con parole di conforto. A questo punto anche il segretario sentì il dovere di esprimere alla donna le sue sentite parole di sollievo. Si avvicinò alla donna in lacrime e le chiese il perché di tanto dolore e appena questa, singhiozzando, gli spiegò il motivo, il segretario in atteggiamento rattristato le espresse tante belle parole di rammarico e di conforto ma aggiunse, avvicinandosi all'orecchio della donna, in calabrese, …-" A mia stipatime a trippa"… mettetemi da parte un po' di trippa… Le previsioni… Si passeggiava lungo il corso del paese, quando un amico insegnante, venuto da pochi giorni per occupare il posto d'insegnante presso le locali scuole elementari, mi chiedeva se il tempo piovesse o no avendo notato delle nuvole nere che si ammassavano in cielo. Io, gli consigliavo, sottovoce, di chiederlo al segretario. L'amico, ripeto, da poco in paese e non conoscendo il segretario, non osava chiederglielo per timore che si offendesse. Il segretario aveva l'ernia e si notava. Rassicurato da me, si rivolse al segretario dicendogli:-Segretario, che dite, pioverà?… Il segretario, dalla battuta facile e di spirito gli rispose in calabrese: - "Figliarè, u commodo, chine u vò su fa! "Figlio mio, la comodità chi la desidera se la può procurare!
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