Che cosa mi hai detto!

 

Avevo armi affilatissime, parole convincenti nel presentare quell'enciclopedia…

Le mie tecniche persuasive avevano raggiunto ormai un grado elevato.

Si trattava di esporre, in sostanza, sempre gli stessi argomenti, le stesse illustrazioni e argomentazioni. L'interlocutore, infatti, seguiva con grande interesse, ripetendo continuamente, in calabrese, "Ohi! Cchi mma dittu!, Ohi! Cchi mma dittu!"…di meraviglia.

 

Dopo un crescendo di: "Ohi cchi mma dittu!…Ohi cchi mma dittu!" ha aggiunto, sempre in calabrese...-"E, quantu custa? quantu custa?".

 

Naturalmente il prezzo, secondo come suggeriscono le tecniche di vendita, va detto alla fine, quasi non va nominato, e se non si può farne a meno, va detto di striscio, a mezza voce, con parole nasali e inintelligibili… alla "Totò". Insomma il prezzo non va detto. E', il momento più delicato per un venditore…possono andare vanificate ore di trattative ormai giunte in una fase conclusiva e positiva.

Si sono spese un mare di parole, è stato versato un fiume d'inchiostro; ci sono stati tanti incontri, tavole rotonde e il problema a tutt'oggi sembra tutt'altro che risolto!

Il confine tra il dire e il non dire il prezzo è un terreno minato, pericolosissimo!

 

In ogni modo io avevo il mio infallibile metodo…bisognava aggredire improvvisamente, frastornare l'acquirente…il prezzo bisognava dirlo, sì, bisognava dirlo, ma deciso, chiaro e forte, improvviso come un fulmine a cielo sereno, nel momento giusto…appena si reputava l'acquirente più che decotto! Il colpo di grazia andava dato nel momento giusto…Zac! E via!

 

Il mio improbabile acquirente dunque continuava a ripetere.."Ohi cchi mma dittu! Ohi chhi mma ditto!" e, "Quantu custa? quantu custa?. Credendo allora fosse giunto il momento fatidico, il momento in cui , ripeto, si reputa decotto l'interlocutore, con decisione dissi il prezzo…e, il mio acquirente, passò dal suo deciso e convinto: "Ohi cchi ma dittu!" a un meravigliato, sillabato interrogativo...-O-hi!. chi,- ma -dit-tu!??!

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