RICORDO DI UN INCONTRO CULTURALE A SAN DEMETRIO CORONE E DEL PAPAS GIUSEPPE FARACO Alcune foto mostrano i momenti più significativi di un incontro voluto dal prof. Gangale a San Demetrio Corone tra i rappresentanti culturali del cosentino e quelli del catanzarese e crotonese per trovare una strategia comune per la salvaguardia del patrimonio culturale arberesco. Del prof. Gangale, se si esamina tutto il suo percorso culturale, emerge chiaramente lo sforzo continuo che ha adoperato alla ricerca di una koinè da attuare con tutti i paesi di origine albanese non solo del catanzarese e crotonese, tra i più emarginati, ma del cosentino e di tutti gli insediamenti arbereschi esistenti in Italia. Numerosi sono stati gli incontri personali e i convegni promossi per questa ragione dal Professore. Purtroppo gli interessi particolari, generali o chissà quali hanno prevalso sul buon senso e ognuno è andato per la sua strada. Ed oggi, malgrado la legge di tutela delle minoranze linguistiche, mi chiedo se siamo certi che si stia marciando uniti nella direzione giusta per la salvaguardia della nostra identità culturale, della nostra diversità linguistica, banco di prova della nostra diversità culturale o che non si stia, purtroppo, approdando a solo folklore. I siti web, le riviste, i corsi nelle scuole bastano a svolgere un’inversione di tendenza allo sfascio arrecato al nostro patrimonio culturale dopo il lungo medioevo di discrimini che ci hanno umiliati, ci hanno demotivati e demoralizzati? Purtroppo le lingue che non vengono trasmesse alla generazione successiva sono destinate, alla fine, a morire. Non basta studiarle a scuola se in famiglia non vengono parlate. La scomparsa di una lingua equivale alla scomparsa di una cultura e con essa a un modo di esistere. “ i destini della lingua sono legati a quelli dei loro parlanti: la decadenza e la morte di una lingua si verificano come reazione alle diverse pressioni di ordine sociale, culturale, economico e persino militare esercitato su una comunità. Ogni qualvolta una lingua cessa di esercitare una particolare funzione, essa è destinata a perdere terreno a favore di un’altra lingua che prende il suo posto”. Altre foto testimoniano il mio felice incontro con il papas Giuseppe Faraco, direttore della prestigiosa Rivista culturale “ Zjarri”. Le foto ritraggono me e Faraco vicino allo storico Collegio di San Demetrio in cui, durante quei due giorni di studio, con grande emozione, ho pernottato in compagnia di mio fratello Antonio. Io, come segretario del Centro Greco-Albanese di Glottologia di Crotone, accompagnavo il prof. Gangale. Altre ritraggono i luoghi che gentilmente il papas Faraco ci ha fatto visitare. San Cosmo, (Strigkari/Strigari) paese del poeta Giuseppe Serembe e del nipote Cosmo e di Donato Tocci. Vaccarizzo, (Vakarizi/Vakarici) paese del prof. Vincenzo Librandi autore di una Grammatica albanese con le rare poesie di Variboba; San Giorgio, (Mbuzhati/Mbuzati) paese di Antonio Argondizza e Giulio Varibobba. Macchia Albanese, (Makj/Maqi) paese del grande poeta Girolamo De Rada, del figlio Giuseppe e di Domenico-Antonio Marchese e di Michele e Stanislao Marchianò. Ci ha fatto visitare la casa ed i luoghi frequentati e descritti da De Rada. Ci ha ospitato nella sua casa e la sorella ha indossato per noi il tradizionale costume albanese perchè lo fotografassimo. In seguito ho saputo, con tristezza, della sua improvvisa ed immatura scomparsa. Ci siamo rivisti presso il Castello di Peppino Del Gaudio a Melissa nel 1976 in occasione di un Convegno che ho documentato con delle foto. Curiosa è quella ( non la sola) in cui ritrae il prof. Gangale in atteggiamento aggressivo verso di me perchè non voleva essere fotografato. Conservo pertanto un gradito ricordo dell’amico Faraco, anch’egli immaturamente scomparso, per la sua grande generosità, per la sua cultura, per la sua umanità ed il rimpianto di non averlo potuto frequentare per la distanza che ci teneva lontani. Enrico Ferraro |