Le poesie di Gangale:introduzione.
La poesia di Gangale è ricca di grandi contenuti culturali e spirituali. Riporto soltanto alcune sue poesie nella forma originale. Probabilmente ai non addetti ai lavori la lettura di esse, potrebbe risultare difficile per la forma volutamente arcaica e per la grafia anch’essa ispirata ai padri della letteratura arberesca e scritte ancor prima di porre dei punti fermi nel noto “Saggio sulla scrittura arberesca-schipetara”. Le otto poesie sono state scritte alla fine della sua esistenza terrena e lontano dalla sua terra, la Calabria, a testimoniare la sua fede alla causa arberesca e alla terra di origine. Esse sono ricche di maturi contenuti classici, umani e religiosi e nell’esporle, con modestia, si definisce un non poeta , un filologo e minimizzando il termine, un albanologo. Nei versi si hanno descrizioni di vita rurale ormai desuete, struggenti ricordi della fanciullezza e dell’infanzia. Tutto un mondo spirituale e materiale vissuto, amato che inesorabilmente s’avvia all’oblio. Un mondo che vorrebbe salvare. Otto sono i canti dedicati ad altrettanti insediamenti che il professore aveva cercato di curare perché i più minacciati dalla omologazione. Andali, “Shumrii e Itriesy te Andali” Caraffa “Dialusha e Gharrahesy” Carfizzi “Moia e shkarfizzote” Marcedusa “Pilleχjχt e Marçidhuzhesy”Pallagorio “Fara e Puhariut” San Nicola dell’Alto “Llalla i Shi Nikoghit” Vena di Maida “Konkytarea e Vinesy” Zangarone “Kjeverrissu, Zangkaró” Ho aggiunto la poesia “Te proit i Kalavriisy” perchè drammaticamente descrive il pathos dell’emigrazione ancor oggi d’attualità. Ho aggiunto “Kroton” per la sua ultima dimora e soprattutto la poesia “Parakallesurity ty mbromesy” chè traccia il suo tragitto terreno. Ha scritto inoltre sette poesie che ha inserito nel suo volume “Il Dio Straniero”: Il Dio straniero; 1930 in Calabria. Natura;1931, Roma. Vox tumuli; 1931, Milano. L’Avventista; 1931, Calabria. Notte; 1931, Roma. Homo, 1930, Roma. Dii manes, 1930, ritorno in patria. Nel periodo fiorentino ha composto due poesie per la sua prima compagna signora Maddalena De Capua: “a Lallina” “Invisibile saluto”. Ha scritto inoltre le seguenti poesie in Romancio di cui, la signora Margarita Uffer Gangale, ne conserva l’originale e ne ha curato la traduzione in italiano. 1947. “Kyrie eleison” “Iersera” “L’uomo e le ombre” “Occhi verdi” “Stanza d’affitto” “Le sue mani” “Collina di Felvennio” “Un uomo a passeggio” “Cantata a Dulasilgia” ancora con data 1951: “Reto Re” Seguono sei canti per l’anima mia: “Il sole di Punta Alice” “Pentecoste a Punta Alice” “Crotone” “Persefone” “Il Beato Gioacchino da Fiore” “Malva Dolomitica” ed infine: “Preghiera della sera” “In morte di Gobetti”. |