Luigi Lorecchio, a te
il coraggio non ti è mancato
quando incominciasti a competere
con Dante l’eccelso.
Scendesti con Lui negli inferi
nella valle dei lupi
armato soltanto
con le pallagoresi parole.
Il padre degli Arbereschi
Rada, dai capelli bianchi,
guardò in alto da Macchia
Il nuovo combattente.
“Per san Demetrio!” disse.
“Un ottimo seme nascondono
le messi di Pallagorio!”
“E, tu, Cristo, aggiunse,
“il servitore accogli
perchè ho trovato l’Araldo
per il vessillo che ho innalzato!”
Il vegliardo così parlò e morì,
ma tu, perchè oltre
non seguisti la strada con Dante?
Dante, disgustato dalle terrene lotte,
andò nell’Eterno.
A te la luce, la lupa, negò,
t’ingannarono i tempi oscuri
il santo libro chiudesti
ritornando alle terrene lotte.
Oh, sogni degli antenati,
vessilli della Pan-Albania!
e vi bruciarono nel fuoco
di due guerre
I fratelli si vestirono di piume
nostre, moriamo nudi.
Dopo due guerre
a noi rimangono soltanto
le carte del pallagorese
di un viaggio alle porte dell’Inferno:
mano di Rada li toccò,
le toccano anche le mie magre mani,
un pezzo di carta, frammento di
pecore senza
pastore.