Alcuni appunti su una delle mie ricerche. Le mie ricerche hanno trovato conferma che la frazione di Casabona, in provincia di Crotone, denominata Zinga, era tra i casali albanesi ormai, oggi, completamente italianizzati. Veda Storia d’Italia, Tomo 5° Vol. “I documenti”: ”Villaggi abbandonati ed emigrazioni interne” di Christine Clapisch-Zuber; pagg. 309-364. Giulio Einaudi Editore, Torino, 1973 e “Dizionario dei luoghi della Calabria” di Gustavo Valente. Vol. 2° M-Z pagina 1157. Ed. Frama’s –Chiaravalle Centrale. Anno 1973. Mi sono recato in quel sito in cerca di una traccia, di qualche relitto linguistico cristallizzato nella parlata locale, un toponimo o altro. Esiste la località “ Li Salici” che secondo la Klapisch era uno dei nomi dell’insediamento “Cinga” oggi Zinga. Conversando con mio fratello Antonio ho appreso che a Zinga si usava e ancora oggi, cantare il letto nuziale così come avveniva negli insediamenti albanesi. La scoperta la reputavo interessantissima perché confermava che il sito una volta era effettivamente abitato da albanesi. Il canto nuziale, infatti, anche se cantato nel dialetto calabrese, conservava ancora la melodia albanese. La mia curiosità era grande. Sono andato alla ricerca della persona indicatami da mio fratello e sono venuto a conoscenza che effettivamente si cantava il letto nuziale e anche delle persone che avrebbero potuto formare il coro. Grazie all’intervento d’amici, in particolare della famiglia Vasamì-Gallo, dopo qualche mese finalmente sono riuscito a riunire il gruppo così costituito: Aprigliano Eleonora, nata a Zinga il 6 dicembre 1936; Lucente Franceschina, nata a Strongoli il 24 marzo 1920; Pisano Grazia, nata a Zinga il 1° febbraio 1915; Papparella Maria, nata a Zinga il 4 luglio 1909; Sisia Carmela, nata a Zinga il 13 maggio 1905; Vitale Grazia, nata a Zinga il 29 novembre 1931. Era il 24 aprile del 1977. Ascolterete come il coro ha cantato con trasporto tanto da creare delle pause per l’emozione. |
Trascrizione del canto nuziale (audio-cassetta lato A)
La suocera accoglie la nuora:
Jorno desiderato m’arrivasti, la casa era vacante e m’allinkjisti, tutto de rose a mia me l’adornasti. Si fussa petra tia nu me movissa, dintra li mura toi me fravicassi.
Risponde la nuora:
Speciale bona trovata a luna nova Chissa è a casa da bona fortuna, mi ci ha mandatu chi bene me vola si Dio ce la permette e la fortuna: Jati alla casa casa comu gioia Date allegrizza che amici ci sunu(?)
Coro
Domane parte la felicità…(?) Chillu chi va ppe via Diu l’aiuta. Si parte di lu bene di la mamma Chira chi tanta cara la tenia…
La sposa alla mamma:
O mamma benedici la figgja…( ? ) Ca minne partu de li tui comandi. O mamma benedicimi li trizzi Ca minne partu de li tui carizzi. O mamma benedicimi li voi Ca minne partu de lu bene toi. O mamma benedicimi la via Ca minne partu e vaju alla strania Ca ve trovo genti novi e me l’abbrazzo. O cara madre te cercu perdunu…
…(A questo punto il canto ha termine, qualcuna del coro insiste con… A sta casa su quattru spuntuni Dinari chi cci su…ma viene tacitata dalla più anziana perché quei versi appartengono ad altro canto augurale.
Crotone, fine aprile del 1977.
(Enrico Ferraro) |